Quando si andò vicini al fallimento della produzione di sigari cubani

Quello che oggi è considerato uno dei prodotti migliori e di maggiore qualità ha rischiato di essere distrutto. Questo si deve alla nazionalizzazione che si avviò a Cuba nel 1960 che quasi porta  fallimento della produzione di sigari cubani. Nell’agosto del 1960 presso lo stadio del  Cerro, il leader cubano in un discorso alla nazione sanciva l’adozione di provvedimenti volti alla nazionalizzazione delle principali ricchezze dell’isola. Tali provvedimenti  volgevano

“ alla nazionalizzazione attraverso l’esproprio coatto e,quindi, si assegnano allo Stato cubano, con pieno diritto di proprietà,tutti i beni e le imprese situate sul territorio nazionale, nonché i diritti e le azioni che emergono dallo sfruttamento di questi beni e società di proprietà di persone giuridiche nazionali degli Stati Uniti, o imprese operative nelle quali hanno interessi nazionali prevalenti in quel paese, che sono elencati di seguito”

Nazionalizzazione 

L’industria manifatturiera di sigari fu colpita il successivo settembre e fu un fulmine a ciel sereno. I grandi imprenditori cubani furono espropriati attraverso l’utilizzo dell’esercito. Produzioni come Oyo de Monterrey, Punch , Belinda  Partagas, passarono immediatamente sotto il controllo del governo castrista.  La produzione di sigari venne completamente trasformata i brand pre-rivoluzione furono cancellati e l’intera industria di sigari si orientava verso solo 3 formati.  La qualità dei sigari ne risentì fortemente, persero l’ appeal degli anni precedenti.  Molti iniziarono a  pensare che si era vicini al fallimento della produzione di sigari cubani.  Questo portò ad  una revisione della politica  di Castro circa la loro produzione.  Allo stesso tempo molti produttori costretti a lasciare l’isola cercarono di avviare una produzione a Miami, negli stati Uniti.  Nonostante gli sforzi i costi del lavoro elevati furono un forte deterrente a questo tentativo. Altro tentativo fu quello di spostare la coltivazione e la produzione nelle isole Canarie, le quali potevano vantare aree climatiche simili a quelle di Cuba nonché costi di manodopera molto bassi. La produzione però era di qualità inferiore e difficilmente riuscì ad essere appetibile per il pubblico d’oltreoceano.

Post-nazionalizzazione

Intanto a Cuba l’industria manifatturiera nazionale Cubatabacco (instaurata da Castro), non riusciva a ripetere i successi dei singoli imprenditori, cosi la decisione di affidare a Zino Davidoff  il suo rilancio. Il piano dell’imprenditore ucraino-svizzero era quello di ripartire da una pianificazione economica e produttiva dell’industria, rilanciando marchi storici e rinnovando le metodologie produttive.  Rilancio  che avvenne pienamente tanto da riportare la produzione di sigari cubani ai livelli pre-nazionalizzazione. La sinergia tra l’imprenditore europeo e i coltivatori cubani prosegui per decenni nel 1970 i cubani proposero la realizzazione di una linea Davidoff, in onore di uno dei personaggi che ha contribuito ad evitare il fallimento della produzione di sigari cubani. Ad oggi sono ormai ben lontani gli anni in cui si andava verso fallimento della produzione di sigari cubani

 

fallimento della produzione di sigari cubani

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